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Argomenti, Cattolici e politica

Ruini benedice Salvini. Grazie a Dio c’è Papa Francesco

Che tristezza l’intervista del cardinale Ruini sul Corriere della Sera di ieri. 
Un manifesto tutto politico, come i tanti a cui ci aveva abituato da presidente dei Vescovi italiani, negli anni dei cosiddetti principi non negoziabili. In poche dichiarazioni, astutamente sollecitate da un giornalista di rango, il cardinale segnala il declino del cattolicesimo politico di sinistra (che, per altro, ha avversato per almeno due decenni), si compiace del sostegno offerto a suo tempo allo schieramento di centrodestra a guida Berlusconi (nonostante la pesante eredità politica e morale  con la quale gli italiani devono ancora fare i conti) e, infine, sollecita un “doveroso” dialogo della Chiesa con Salvini, in ragione delle “notevoli prospettive” che il nuovo leader leghista avrebbe davanti a se, cioè con la destra populista che attacca la stessa Chiesa cattolica e le sue organizzazioni più esposte sui temi della solidarietà e dell’ accoglienza 
Il testo non va sottovalutato, perché non è rivolto solo al mondo della politica. È un testo molto sottile, ma esplicito e diretto, una sfida alla chiesa italiana e a quella di Francesco per affermare un indirizzo politico e di posizionamento.
Il rosario baciato e brandito come una clava dal leghista? Niente di male, “potrebbe essere una maniera, pur poco felice, di affermare il ruolo della fede nello spazio pubblico” spiega il Cardinale. Sui temi di merito il silenzio più assoluto. L’eredità lasciata al Paese da questa destra nazionalista e sovranista , il suo antieuropeismo, le ostentate aperture ai settori neo fascisti di mezza Europa e il rifiuto di prendere le distanze dalle manifestazioni più becere di razzismo, antisemitismo e incitamento all’odio che si stanno diffondendo ovunque (vedi il voto recente al Senato sulla Commissione proposta dalla Senatrice Segre), la propaganda vergognosa e disumana sugli immigrati: ecco, su tutto questo neppure una parola. 
Che dire. Mi sembra un maldestro tentativo di schierare la Chiesa e di distinguere i cattolici buoni da quelli cattivi, parlando di schieramenti piuttosto che di valori o temi che investono la coscienza dei credenti.
Eminenza, ce lo lasci dire, con grande rispetto, non c’è nulla di teologico in quella intervista. Ciò che emerge è pura politica, e le imbarazzanti indicazioni che Lei fornisce sono frutto di valutazioni opinabili e discutibili, che ci impegniamo a contrastare con forza nelle sedi proprie della politica ma anche nelle nostre comunità di fede, nel massimo rispetto di due principi fondamentali che il Concilio e la Costituzione ci hanno insegnato: il pluralismo delle opzioni culturali e politiche dei credenti e la laicità dello Stato. 
Detto questo, credo si debba ringraziare il Signore di averci donato un Papa come Francesco, che ha archiviato l’idea di un impegno politico dei cristiani fondato sui cosiddetti principi non negoziabili, ci mette in guardia dal “nazionalismo esasperato che produce razzismo e antisemitismo” e ci chiede un impegno per la giustizia sulle frontiere più difficili, dove la libertà e la dignità dell’uomo sono minacciate dalla povertà, dalla disoccupazione, dalla economia che uccide, dal dominio dell’avidità e del profitto. 

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